Come nasce una campana

 
 

Questo articolo e' stato scritto dal nostro amico Alan Chioino, il quale ha una grande passione per le campane, suona a Missano e nel comprensorio, sopratutto nel "chiavarese" con gli amici dell'associazione campanari liguri, dove lui ha la carica di segretario.

 

Per costruire ogni singola campana devono essere realizzati tre stampi in terra: “l’anima”, la “falsa campana” e il “mantello”.
“L’anima” rappresenta l’interno della campana ed è composta da mattoni e terra.
Successivamente si costruisce la “falsa campana”, che è la sagoma su cui si forma la linea di curvatura del profilo esterno della campana in progettazione; dopo, quando questo strato è essiccato si applicano su di esso le cere dei fregi e le varie lettere per formare le scritte delle dediche.
L’ultimo stampo da realizzare è il “mantello”, che ricopre i due sottostanti.
Questi tre stampi in terra sovrapposti vengono messi a cuocere, sciogliendo in questo modo le varie cere applicate sulla falsa campana, le quali lasciano di conseguenza la loro impronta in negativo sul mantello.
Successivamente viene alzato il mantello e si toglie la falsa campana: a questo punto tra anima e mantello si è creata un’intercapedine, che al momento della colata verrà occupata dal bronzo.
Prima di effettuare la colata, le forme delle campane vengono calate nella fossa, ricoperte di terra e collegate in superficie tramite dei “cataletti” in mattoni e terra, al forno dove si trova il bronzo, il quale quando raggiunge la temperatura di 1200°C, viene fatto scendere nella fossa.
Nei giorni seguenti, quando il bronzo si è raffreddato, si sollevano gli stampi contenenti le nuove campane, portandoli fuori dalla fossa, e a colpi di mazza vengono spaccati per estrarre le campane stesse; per questo ogni campana è un pezzo unico ed irripetibile.
A questo punto appare il luccichio del metallo, le campane sono nate!!!!
Nelle settimane successive le campane vengono lucidate e collaudate.
Per poter realizzare questo processo, occorrono alcune settimane di delicato lavoro, infatti, quando si costruiscono le forme per campane in “concerto” cioè un insieme di campane intonate in scala come quelle presenti di solito sui nostri campanili, è necessario sapere in che tonalità deve essere il concerto e operare con la massima cura, per una buona riuscita sia dal punto di vista musicale che estetico.
Il lavoro sopra descritto oggi è svolto presso le sedi delle fonderie con la stessa tecnica, infatti in quei luoghi sembra addirittura che il tempo si sia fermato la medioevo; ma fino ai primi anni del ‘900 erano proprio i fonditori che si recavano presso le pievi, in quanto a quei tempi non esistevano i mezzi di trasporto e le vie di comunicazione di oggi, per poter trasportare agevolmente degli “strumenti” così ingombranti e pesanti.
I fonditori erano per gran parte dell’anno lontano da casa, ed erano ospiti del parroco o della popolazione del paese dove dovevano eseguire il loro lavoro.
La fusione di un nuovo concerto di campane o magari solo la rifusione di una campana spaccata, specialmente in passato era un motivo di orgoglio per il paese, la popolazione si sentiva creatrice delle proprie campane.
Spesso la manovalanza era tanta ed allora bisognava addirittura mandare via la gente, la quale era però fondamentale per fornire la legna necessaria, ad es. per Buto dove è presente un concerto di 5 Campane in tonalità Mi bemolle (fuso in fonderia a Castelnovo ne Monti di Reggio E.) saranno stati impiegati circa 40 q di legna.
Gli stampi in terra, spesso erano composti anche dalla “buassa” di mucca, in quanto era ideale per creare superfici lisce, oppure si cercava terra fine di bosco; e da bianco d’uovo per applicare le decorazioni e le scritte in cera alla falsa campana.
Il momento della fusione è sempre solenne ed emozionante, nelle fusioni eseguite sul posto, la popolazione era sempre presente al completo e molto spesso qualcuno gettava nel bronzo fuso dei ricordi affettivi in d’argento e oro, come anelli e orecchini, per sigillare un legame con i sacri bronzi per sempre.
La consacrazione del Vescovo consegna nuove le campane all’umanità.
                                                                                                                                                                          Alan Chioino

 


 

Cav. Paolo Capanni, il fonditore delle campane di Buto e Missano in una foto dei primi anni del '900, questa foto ci e' stata fornita dal figlio

 

Campane nuove di Missano

 

 

 

  


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