La rosa
dei venti è la
rappresentazione schematica dei
punti cardinali: Nord, Sud, Est
e Ovest e delle direzioni da
questi determinate, diffusasi a
partire dalla Repubblica di
Amalfi, ai tempi delle
Repubbliche Marinare. Per il
Mediterraneo è centrata a Malta.
La rosa dei venti più semplice è
quella a 4 punte formata dai
soli quattro punti cardinali:
-
Nord (N 0°) anche detto
settentrione o mezzanotte e
dal quale spira il vento
detto
tramontana
-
Sud (S 180°) anche detto
meridione e dal quale spira
il vento detto
mezzogiorno
oppure ostro
-
Est (E 90°) anche detto
oriente o levante e dal
quale spira il vento detto
levante
-
Ovest (W 270°) anche
detto occidente o ponente e
dal quale spira il vento
detto
ponente
Tra i quattro punti cardinali
principali si possono fissare 4
punti intermedi:
-
Nord-Ovest (NW 315°),
dal quale spira il vento di
maestrale (carnasein);
-
Nord-Est (NE 45°), dal
quale spira il vento di
grecale;
-
Sud-Est (SE 135°), dal
quale spira il vento di
scirocco (garbino
umido);
-
Sud-Ovest (SW 225°), dal
quale spira il vento di
libeccio (garbino
secco).
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I nomi
delle
direzioni
NE, SE,
SO e NO
derivano
dal
fatto
che la
rosa dei
venti
veniva
raffigurata,
nelle
prime
rappresentazioni
cartografiche
del
Mediterraneo,
al
centro
del Mar
Ionio
oppure
vicino
all'isola
di Zante.
In
quella
posizione,
a NE,
approssimativamente,
c'è la
Grecia,
da cui
il nome
grecale
per la
direzione
NE-SO; a
SE vi è
la
Siria,
da cui
il nome
scirocco
per la
direzione
SE-NO; a
SO vi è
la
Libia,
da cui
il nome
libeccio
per la
direzione
SO-NE.
Infine
per la
direzione
NO-SE il
nome
Maestrale
discende
da
magister,
cioè la
direzione
da Roma
o
Venezia,
la via
maestra
dal
porto di
origine.
Questi
quattro
uniti ai
quattro
punti
cardinali
formano
la rosa
dei
venti a
8 punte.
Tra gli
otto
punti
sopra
individuati
è
possibile
indicarne
altri
otto
ottenendo
così una
rosa dei
venti a
16
punte. I
nuovi
otto
punti
sono in
senso
orario:
Nord-Nord-Est,
Est-Nord-Est,
Est-Sud-Est,
Sud-Sud-Est,
Sud-Sud-Ovest,
Ovest-Sud-Ovest,
Ovest-Nord-Ovest
e
Nord-Nord-Ovest.
Anticamente
ogni
bussola
recava,
sullo
sfondo,
l'immagine
di una
rosa dei
venti a
32
punte.
L'orizzonte
veniva
così
suddiviso
in
trentadue
parti,
che
prendevano
il nome
di
quarte;
esse
servivano
come
unità di
misura
approssimativa
nelle
manovre
di
accostamento
(es:
accosta
due
quarte a
dritta).
Per la
forma
che si
viene a
formare
nel
disegnarle
prendono
anche il
nome di
rombi.
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Un tempo, in Italia, le
rappresentazioni cartografiche
comprendevano una rosa dei venti
che indicava i punti cardinali.
Oggi sì è solito indicare i
quattro punti cardinali e le
direzioni componenti con (in
senso orario da Nord): N, NE, E,
SE, S, SO o SW, O o W, NO o NW;
allora con le diciture Tr
(Tramontana), G (Greco), + (una
croce indicava il Levante), S
(Scirocco), O (Ostro), L
(Libeccio), P (Ponente), M
(Maestro).
La
tramontana è un vento freddo proveniente da nord, frequente
in Liguria, soprattutto in inverno, dove spira
con particolare violenza, in particolare allo
sbocco delle valli, causando repentini e
considerevoli cali di temperatura. Può
verificarsi a cielo sereno, oppure con cielo
nuvoloso e precipitazioni quando è associata ad
un sistema perturbato. Quest'ultimo caso è,
appunto, quello detto di "tramontana scura" che,
nella Riviera ligure, spinge giù dall'arco
appenninico e alpino le perturbazioni
provenienti da settentrione. Per questa ragione
un proverbio ligure sentenzia: "tramuntan-na
scüa, ægua següa" ("tramontana scura, pioggia
sicura").
Ostro o
mezzogiorno (dal latino Auster, vento
australe) è il nome tradizionale di un vento che
spira da Sud nel Mar Mediterraneo; è anche detto
vento di Mezzogiorno. L'ostro è un vento caldo e
umido portatore di piogge. I suoi effetti sul
clima italiano sono piuttosto deboli e poco
sensibili. L'Ostro è a volte identificato col
Libeccio o lo Scirocco ai quali è simile.
Il Levante
è un
vento generalmente debole che spira da Est verso
Ovest nel Mediterraneo occidentale. Il vento si
origina nel centro del Mediterraneo al largo
delle Isole Baleari e soffia verso Est per
raggiungere la sua massima intensità attraverso
lo Stretto di Gibilterra. La sua influenza è
sentita fino in Italia sul Tirreno e sulla parte
centro-meridionale dell'Adriatico. È un vento
fresco e umido, portatore di nebbia e
precipitazioni, riconosciuto come causa di
particolari formazioni nuvolose sopra la Baia e
la Rocca di Gibilterra, dove può dare provocare
mare agitato e trombe marine. Il vento può
manifestarsi in qualunque periodo dell'anno, ma
ricorre comunemente fra luglio e ottobre.
D'inverno, il Levante è spesso accompagnato da
piogge forti. Il nome del vento deriva da
levante inteso come Est, il punto cardinale da
cui ha origine.
Il Ponente
anche detto Zefiro o Espero è un vento del Mar
Mediterraneo che spira da Ovest. È il vento
caratteristico delle perturbazioni atlantiche
che attraversano il mediterraneo da ovest verso
est. I suoi effetti sono sentiti soprattutto sul
Mar Tirreno e sul Mare Adriatico
centro-meridionale. Il Ponente è un vento fresco
tipico dei pomeriggi estivi; così come il
Libeccio può essere portatore di maltempo.
Il
Maestrale è
un vento forte e freddo proveniente da
Nord-Ovest, tipico della stagione invernale, che
soffia con particolare frequenza soprattutto in
Sardegna e nella Valle del Rodano, in Francia.
Grecale/Bora
è un vento catabatico nord/nord-orientale, che
soffia nel Mar Adriatico, in Grecia e in
Turchia.Il nome deriva dal fatto che è un vento
settentrionale, "boreale", a cui si rifà anche
la figura mitologica greca chiamata Borea.La
Bora è famosa soprattutto a Trieste, dove soffia
specialmente in inverno ed è definita "Bora
chiara" in presenza di bel tempo o "Bora scura"
in condizioni di tempo perturbato. E' detta
"porta della bora" quell'interruzione della
catena alpina (nelle alpi Giulie) tra il monte
Re (in sloveno Nanos) e il monte Nevoso (in
sloveno Sneznik). E' qui che si incanala l'aria
che letteralmente casca sull'Adriatico,
investendo principalmente Trieste e attenuandosi
a Nord e a Sud, a Monfalcone e nella parte
settentrionale dell'Istria. La bora prosegue il
suo cammino lungo la direzione acquisita,
giungendo a volte fino a Venezia, a Chioggia in
particolare, causando un vivace moto ondoso.
Questo tipo di vento può raggiungere velocità di
150 kilometri all'ora. Nonostante i triestini
sano abituati a questa intensità, funi e catene
(un tempo, invero più frequentemente) vengono
spesso stese lungo i marciapiedi del centro di
Trieste, per facilitare il traffico dei pedoni
nei giorni di vento più intenso. A causa della
frequenza dei giorni ventosi, gli edifici devono
essere costruiti con opportuni criteri per
sopportarne la forza. L'occasionale caduta di
una tegola sui passanti è fortunatamente una
rara eccezione.
Lo scirocco è
un vento caldo proveniente da Sud-Est che
proviene dal Sahara e da altre regioni del nord
Africa.
Nasce da masse d'aria tropicali calde e secche
trascinate verso nord da aree di bassa pressione
in movimento verso est sopra il Mediterraneo.
L'aria calda e secca si mischia con quella umida
del movimento ciclonico presente sul mare ed il
movimento in senso orario spinge questa massa
d'aria sulle coste delle regioni del sud Europa.
Lo scirocco secca l'aria ed alza la polvere
sulle coste del Nordafrica, tempeste sul
mediterraneo e tempo freddo ed umid sull'Europa.
Il vento soffia per un tempo variabile da mezza
giornata a molti giorni. Molte persone
attribuiscono a questo vento effetti negativi
sulla salute per via del caldo e della polvere
portata dalle coste dell'Africa e della discesa
della temperatura in Europa. La polvere può
causare danni ai dispositivi meccanici e
penetrare negli edifici.
Questi venti soffiano più di frequente, con
velocità fino a 100 Km/h, in primavera ed
autunno raggiungendo un massimo nei mesi di
marzo e novembre.
Lo stesso vento assume il nome di jugo is
Croazia e ghibli in Libia. Lo scirocco che
giunge sulle coste francesi contiene più umidità
ed assume il nome di marin.
Libeccio spira
da Sud Ovest), anche detto Africo o Garbino.
Vi sono più ipotesi sul nome: la più diffusa, è
che derivi dal fatto che nell'isola di Creta,
presa come punto di riferimento per la
denominazione dei venti, il Libeccio spira dalla
Libia (antico nome del continente africano).
L'altra, accreditata presso i linguisti, è che
derivi dall'arabo lebeg.
Il nome Garbino è utilizzato nell'area orientale
dell'Emilia Romagna e nel nord delle Marche. In
Friuli, nella Venezia Giulia e in Dalmazia è
chiamato Garbin |